Jones, che è morto all’età di 90 anni, deteneva il titolo del vincitore più anziano vivo del prestigioso Indy 500, anche conosciuto come “Lo Spettacolo delle Corse più Grande”.
Nato a Texarkana, Arkansas, nel 1933, Rufus Parnell Jones si trasferì a Torrance da bambino e vi rimase per il resto della sua vita. Per competere senza che i locali riconoscessero la sua vera identità e la sua età, adottò il soprannome “Parnelli”, derivato dal suo nome Rufus. Il nome era inizialmente dipinto sulla porta della sua Ford jalopy del 1934 come “Parnellie”, ma alla fine la “e” finale fu rimossa.
Nel 1962, Jones raggiunse un traguardo significativo all’Indianapolis Motor Speedway diventando il primo pilota a qualificarsi a una velocità superiore a 150 mph, con una media di quattro giri di 150,370 mph. Si assicurò la pole position per l’Indy 500 nel 1962 e nel 1963 e fu riconosciuto come co-novellino dell’anno insieme a Bobby Marshman nel 1961.
Nel corso della sua carriera nelle corse, Jones partecipò a sette gare di Indianapolis dal 1961 al 1967, conducendo in cinque di esse per un totale di 492 giri. Questo lo colloca all’ottavo posto nella storia della gara in termini di giri condotti. Nelle due gare in cui non ha condotto, nel 1965 e nel 1966, Jones si è sempre piazzato al secondo posto. È arrivato secondo nel 1965 e ha avuto problemi meccanici che lo hanno costretto al ritiro nel 1966.
Considerato uno dei piloti più versatili della sua era, Jones si è cimentato in varie forme di corse ottenendo un notevole successo. Ha trionfato due volte nella Baja 1000 e ha conquistato un campionato Trans-Am. Inoltre, Jones ha ottenuto quattro vittorie nella NASCAR Cup Series e ha ottenuto vittorie in auto sprint e midgets della USAC.
Jones leaves his wife of nearly 57 years, Judy, as well as his two children PJ and Page, and six grandchildren. Both children followed professional careers in motorsport, with PJ Jones following in his father’s footsteps by competing in the Indianapolis 500 in 2004 and 2006. Page Jones showed promising talent on Midwest short tracks until a serious accident in 1994 ended his career as a driver.
Recognized for his remarkable achievements, Jones was inducted into several prestigious Halls of Fame, including the Indianapolis Motor Speedway Hall of Fame, the National Motorsports Hall of Fame, and the National Sprint Car and Midget Car Halls of Fame.
Although he never competed in Formula 1, Jones’ impact extended beyond the borders of the United States, establishing him as an international icon of racing in his era.