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Parliamo di Giancarlo Stanton—il grande uomo dei Yankees con il battitore potente, che in qualche modo continua a ricevere critiche per il suo baserunning. La reputazione di Stanton? È “lento.” Ma David Samson, ex presidente dei Marlins, ha appena cambiato le carte in tavola, affermando che Stanton non è tanto lento quanto cauto, preferendo conservare la sua forza per quegli hit decisivi piuttosto che rischiare infortuni sulle basi. E si può davvero biasimarlo? I Yankees sono finalmente riusciti a tornare all’ALCS, grazie non in piccola parte a Stanton, i cui colpi mostruosi e il grande OPS di 1.132 durante l’ALDS hanno mantenuto i Bronx Bombers in corsa. Basta guardare i suoi numeri—il battitore di Stanton è stato decisivo, il suo OPS svetta sopra quello dei suoi compagni, con Oswaldo Cabrera che segue molto indietro a .900.
Per un giocatore il cui baserunning (o la sua mancanza) ha suscitato critiche, Stanton ha messo a tacere alcuni scettici nella Gara 3, rubando una base per la gioia assoluta del pubblico. Samson è addirittura arrivato a definirlo il più decisivo dei Yankees “dai tempi di Jeter,” e non è solo in questa opinione. Il Capitano stesso, Derek Jeter, ha commentato, dicendo che Stanton è il giocatore che può davvero “cambiare la serie con un solo swing.” E quando Judge o Soto non sono al top, Stanton è stato colui che si è fatto avanti.
Per i tifosi dei Yankees, i costi elevati di Stanton e le sue stagioni segnate da infortuni lo hanno reso una figura polarizzante, ma Jeter ha ragione—è l’arma segreta, il tipo che si fa avanti nella postseason con il ghiaccio nelle vene. L’approccio cauto di Stanton non riguarda la “lentezza”; riguarda il rimanere in formazione e dare ai Yankees la loro migliore possibilità di conquistare quel primo Pennant dal 2009. E forse ha un’altra base da rubare, solo per dimostrare che i detrattori si sbagliano.