La guerra in corso tra Israele e Hamas ha visto un’escalation senza precedenti, con oltre 26.000 missili lanciati verso Israele da quando il conflitto è scoppiato il 7 ottobre. Secondo il Canale 12 di Israele, questi proiettili provengono da più direzioni, con lanci originati dalla Striscia di Gaza, dal Libano e, secondo quanto riferito, dall’Iran e dal Yemen mentre le tensioni regionali continuano ad approfondirsi.
Il intenso bombardamento avviene nel contesto della vasta campagna militare di Israele a Gaza, lanciata in risposta a un attacco senza precedenti da parte dei militanti di Hamas il mese scorso. Questo conflitto è rapidamente degenerato in una delle confrontazioni più intense della storia recente, con attacchi missilistici, raid aerei e offensive di terra che hanno causato una distruzione diffusa e significative vittime civili da entrambe le parti.
In risposta alla crescente minaccia missilistica, Israele ha imposto un blocco totale su Gaza, tagliando le risorse essenziali tra cui carburante, elettricità, cibo e acqua per oltre due milioni di residenti dell’enclave. I sistemi difensivi di Israele, incluso il Ferro Dome, hanno intercettato molti razzi in arrivo, ma la scala e la frequenza degli attacchi hanno rappresentato una sfida incessante per le difese israeliane.
La crisi umanitaria a Gaza ha continuato a peggiorare sotto il blocco, attirando richieste internazionali di cessate il fuoco e corridoi umanitari per sostenere i civili intrappolati nel conflitto. Tuttavia, con ogni giorno che passa, il intenso scambio di fuoco missilistico e le azioni militari mostrano pochi segni di de-escalation, sottolineando la natura inestricabile del conflitto e la volatilità regionale che ha scatenato.
Le fonti per questo articolo includono: Mehr News Agency, Channel 12 (Israele).