Il co-proprietario di 23XI Racing, Denny Hamlin, si è fatto sentire sui social media, criticando i detrattori della causa legale antitrust federale intentata dalla sua squadra e da Front Row Motorsports (FRM) contro NASCAR e la famiglia France, che possiede la serie. La causa segna un significativo escalation nelle ongoing “charter wars”, poiché entrambe le squadre accusano NASCAR di pratiche monopolistiche, sostenendo di combattere per un accordo di charter più equo per tutte le squadre.
La causa ha generato opinioni divise all’interno della comunità NASCAR. Alcuni hanno sostenuto l’azione legale, mentre altri, tra cui l’ex capo meccanico Larry McReynolds, sono stati critici. McReynolds e altri fedeli a NASCAR hanno contestato la decisione di 23XI di intraprendere azioni legali, mettendo in dubbio la legittimità delle loro affermazioni.
Hamlin, che è co-proprietario di 23XI Racing, non si è tirato indietro nel rispondere alle critiche. Recentemente ha preso di mira il canale 90 di SiriusXM NASCAR, accusandoli di censura dopo un’intervista con l’avvocato di 23XI-FRM, Nicholas Kessler. Hamlin ha affermato che la copertura di SiriusXM era di parte a favore di NASCAR e che l’intervista, che presumibilmente non si allineava con la loro narrativa, era stata modificata o eliminata.
In un post infuocato sui social media, Hamlin ha scritto:
“Mentre la censura è un grande tema nel mondo dei media di oggi, il canale 90 potrebbe essere il simbolo perfetto. Un’intervista non è andata come speravano dopo che il nostro avvocato ha continuato a dichiarare fatto dopo fatto, anche se hanno fatto del loro meglio per confutarlo. Da allora hanno modificato/eliminato quell’intervista dai loro canali perché la narrativa non si adatta alle loro credenze. Se questo non ti convince del pregiudizio, allora nulla lo farà.”
La causa stessa solleva accuse serie, con 23XI e FRM che indicano l’introduzione delle auto Next-Gen come un problema principale. Sostengono che le auto specifiche, introdotte sotto le spoglie di un contenimento dei costi, abbiano in realtà limitato la flessibilità delle squadre e costrette a rimanere bloccate in NASCAR. Secondo la causa, le squadre spendono circa 3 milioni di dollari all’anno per auto solo in parti, e sono vietate dall’utilizzare queste auto in altre serie di corse, un punto che sottolinea le frustrazioni delle squadre.
Una delle accuse più significative è che le regole di NASCAR riguardo alle auto Next-Gen sono escludenti e impediscono alle squadre di esplorare serie alternative, mentre contemporaneamente fanno aumentare i costi, il che, sostengono, contraddice l’obiettivo dichiarato di NASCAR di ridurre le spese delle squadre.
“In realtà, questo cambiamento è un requisito escludente che blocca ulteriormente le principali squadre di corse di stock car in NASCAR, rende ancora più difficile passare a qualsiasi serie di corse competitiva e, in ultima analisi, aumenta i costi per le squadre di corse,” si legge in parte della causa.
Man mano che la battaglia legale si sviluppa, Hamlin rimane determinato a denunciare quella che vede come una copertura mediatica di parte e a garantire che la voce della sua squadra venga ascoltata. La causa promette di scuotere l’ecosistema di NASCAR, e con le accuse che si accumulano, il caso ha il potenziale di stabilire un nuovo precedente nello sport. Come risponderà NASCAR e se la governance dello sport cambierà, resta da vedere, ma la lotta tra 23XI/FRM e NASCAR è tutt’altro che finita.