Ana Kasparian, co-conduttrice di The Young Turks, sta parlando della sua separazione dal Partito Democratico, descrivendosi come “orfana politicamente” dopo essersi sentita alienata da quello che definisce un lato sempre più dogmatico e intollerante. In una conversazione sincera nel podcast di Jillian Michaels, la giornalista californiana ha dettagliato la sua frustrazione nei confronti della sua ex casa politica, scatenata dalla sua esperienza di essere criticata dopo aver condiviso un trauma personale.
Kasparian ha raccontato un episodio del 2022 in cui due uomini, presumibilmente senzatetto, l’hanno molestata sessualmente mentre portava a spasso il suo cane. Ma quando ha condiviso la sua paura e frustrazione, è stata colta di sorpresa dalle accuse di alcuni liberali, che sostenevano che stesse “dipingendo un quadro sbagliato” della comunità dei senzatetto e l’hanno persino accusata di razzismo, nonostante non avesse rivelato la razza degli uomini. “Questo mi ha svegliato,” ha detto Kasparian, notando che ha iniziato a vedere l’ipocrisia all’interno del suo cerchio politico.
Ha sostenuto che la sinistra di oggi è diventata “dogmatica” e pronta a esiliare chiunque metta in discussione lo status quo su questioni come il crimine. “Non voglio essere incasellata in nessuna tribù politica,” ha spiegato Kasparian, aggiungendo che la mentalità “se non sei d’accordo, sei il nemico” degli ultimi anni ha alimentato la sua disillusione.
Sia lei che Michaels hanno espresso preoccupazioni sul fatto che l’approccio della sinistra nella gestione del crimine e delle questioni sociali allontani le persone. Kasparian ha criticato quella che ha definito una posizione “sconfitta” nei confronti delle minoranze, esortando un approccio più celebrativo verso coloro che si sforzano di migliorare le loro vite. Il suo obiettivo finale? “Rifiutare il tribalismo politico” e sentirsi libera di formare le proprie opinioni senza rischiare reazioni negative.
Con l’aumento delle storie condivise da quelli che si definiscono “democratici delusi”, l’esperienza di Kasparian mette in luce un gruppo crescente di ex voci di sinistra che ora si trovano politicamente senza casa in un clima sempre più polarizzato.