L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha lanciato nuovamente l’allerta sui devastanti impatti sulla salute dell’inquinamento atmosferico, con quasi 300.000 persone che muoiono ogni anno a causa di malattie respiratorie direttamente collegate alla scarsa qualità dell’aria. Milioni di altre persone si ammalano, in particolare nelle aree urbane dove inquinanti nocivi come le particelle sospese e il diossido di azoto (NO₂) sono diffusissimi. Solo in Spagna, oltre 21.000 decessi lo scorso anno sono stati attribuiti a “particelle sospese” nell’aria, che danneggiano i polmoni e altri organi vitali.
Per affrontare questa crescente crisi di salute pubblica, l’Unione Europea (UE) ha introdotto una nuova legislazione innovativa che stabilisce limiti più severi per la qualità dell’aria, mirati a ridurre le emissioni e prevenire morti evitabili. I cambiamenti più significativi riguardano due inquinanti noti: le particelle PM 2.5 e il diossido di azoto, entrambi prevalenti negli ambienti urbani e scientificamente dimostrati come causa di gravi problemi di salute, tra cui asma, malattie cardiache e morte prematura.
I limiti rivisti sono ambiziosi: la concentrazione consentita di PM 2.5 è ridotta da 25 microgrammi per metro cubo (µg/m3) all’anno a 10 µg/m3, mentre il NO₂ è abbattuto da 40 µg/m3 a 20 µg/m3. Questi nuovi limiti devono essere raggiunti entro il 2030, preparando il terreno per una trasformazione massiccia nel modo in cui gli Stati membri dell’UE gestiscono l’inquinamento atmosferico urbano. Anche il diossido di zolfo (SO₂), un’altra sostanza nociva, è stato limitato a 20 µg/m3.
I cittadini possono ora richiedere un risarcimento per danni alla salute
Ma forse l’aspetto più notevole e senza precedenti di questa nuova legislazione è la possibilità per i cittadini di richiedere un risarcimento se la loro salute ne risente a causa del fallimento del proprio paese nel rispettare questi limiti di emissione più severi. Questo rappresenta un cambiamento fondamentale nel modo in cui i governi sono ritenuti responsabili per la regolamentazione ambientale, passando da un controllo passivo a un’applicazione attiva che potrebbe avere un impatto su milioni di vite.
In base a questa legge, se uno stato membro dell’UE non rispetta gli standard di emissione prescritti e gli individui subiscono conseguenze per la salute a causa di ciò, i cittadini interessati avranno il diritto di fare causa per danni. Questo potrebbe aprire le porte a un’ondata di richieste di risarcimento in tutta Europa, specialmente nei paesi in cui l’inquinamento è storicamente stato poco regolamentato.
Inoltre, all’UE è stato conferito il potere di imporre pesanti multe—che possono arrivare a milioni di euro—alle nazioni che non raggiungono gli obiettivi di emissione. Tali sanzioni sono destinate a fungere da deterrente e spingere gli stati membri a prendere misure significative per un’aria più pulita.
Emissioni Zero entro il 2050: Obiettivo Ambizioso, Resistenza Aziendale
Il traguardo finale è raggiungere zero emissioni entro il 2050, una pietra miliare che l’UE ritiene non solo ridurrà le morti legate all’inquinamento, ma migliorerà anche la qualità della vita per milioni di cittadini europei. Tuttavia, il percorso per raggiungere questi obiettivi ambiziosi è costellato di sfide, non ultima delle quali è la resistenza da parte delle grandi aziende. Alcuni leader del settore, come il CEO di BMW Oliver Zipse, hanno apertamente criticato il prossimo divieto sui motori a combustione interna (ICE) dell’UE, definendolo “non più realistico.” Tali commenti riflettono la tensione tra le industrie orientate al profitto e le preoccupazioni per la salute pubblica.
Mentre Zipse e altri possono sostenere che la transizione verso zero emissioni sia economicamente non fattibile, la realtà è che ci sono vite in gioco. L’inquinamento atmosferico non è un problema astratto; ha un impatto diretto e letale sulla salute umana. La nuova legislazione audace dell’UE è un passo atteso da tempo verso la priorità delle persone rispetto ai profitti e l’affrontare la minaccia esistenziale dell’inquinamento atmosferico.
L’introduzione di una compensazione sanitaria per coloro che sono stati danneggiati dalla non conformità potrebbe essere un cambiamento di gioco, incentivando i governi ad agire più rapidamente e in modo più aggressivo nella riduzione delle emissioni. Se queste misure saranno sufficienti per raggiungere l’obiettivo del 2050 rimane da vedere, ma segnano certamente un passo significativo in avanti nella lotta contro l’inquinamento atmosferico.
La salute e la sicurezza dei cittadini europei sono ora, più che mai, al centro della politica ambientale—e giustamente. Mentre il mondo affronta crescenti sfide ambientali, l’approccio dell’Europa potrebbe ben servire da modello per altre nazioni nella lotta per un’aria più pulita e comunità più sane.